Malgrado si pensi che la pratica di scrivere a mano sia un’attività ormai superata nella nostra società digitale, ancora oggi essa è una delle attività più frequenti nella routine scolastica. Infatti, gli studenti trascorrono buona parte della loro giornata a scuola a scrivere a mano e in altri compiti di motricità fine, e la ricerca ci conferma che le difficoltà incontrate in questo campo  possono interferire con il profitto scolastico e che la scrittura è il più comune problema degli studenti con disturbi di apprendimento tra i 9 e i 14 anni.

Disgrafia e interazione multimedia

Il processo di scrivere a mano o al computer è radicalmente diverso. La differenza risiede nel rapporto diretto con il mezzo sul quale si scrive o la mediazione digitale

È vero che in alcune scuole statunitensi e in Finlandia si tende a sostituire la scrittura a mano fin dall’inizio della scuola elementare con i caratteri di stampa e l’uso del computer, nella convinzione che questo metodo possa facilitare l’apprendimento della letto-scrittura. Tuttavia, recenti ricerche scientifiche smentiscono in modo evidente queste tesi, mostrando come scrivere a mano presenti maggiori vantaggi per lo sviluppo della motricità fine, così come nella capacità di riconoscere e di memorizzare le lettere, di imparare a leggere più rapidamente, ma anche di realizzare una produzione scritta migliore in quantità e qualità, rispetto a chi usa la tastiera di un computer.

Ma al di là di queste semplici constatazioni, appare di maggiore rilievo chiedersi quali siano le conseguenze dello scrivere a mano o al computer nell’apprendimento di un bambino.

Studi recenti mostrano come la percezione attraverso i sensi e la motricità sono strettamente collegate durante le fasi di sviluppo e dipendono dalla nostra interazione diretta col mondo circostante.

In base a tale visione senso-motoria, il processo di scrivere a mano o al computer è radicalmente diverso. Nel primo caso, si tratta di un’attività motoria specializzata che comporta l’uso di una sola mano scrivente, mentre l’altra mano offre solo un sostegno sul foglio. Quando scriviamo a mano, c’è un rapporto diretto tra il nostro atto di scrivere e il prodotto grafico ottenuto, per cui la nostra esperienza coinvolge tutto il corpo e tutti i sensi. Da qui la possibilità, quando gli automatismi di scrittura a mano sono ben consolidati, di personalizzare nel tempo la grafia, in una maniera unica e inimitabile.

Al contrario, nella scrittura al computer, si perde completamente questa componente di contatto diretto tra il processo e il prodotto grafico. Si usano entrambe le mani per pigiare i tasti, senza la consapevolezza del movimento necessario per eseguire ogni lettera, mentre la percezione visiva è divisa tra sguardo sulla tastiera per controllare la posizione dei singoli tasti corrispondenti alle lettere e sguardo sullo schermo per controllare quanto si sta scrivendo. Si perde così completamente il contatto col corpo, la combinazione dei sensi correlati a precisi movimenti di motricità fine, mentre la scrittura diventa impersonale.

D’altra parte, altre ricerche in Francia dimostrano che la scrittura a mano rispetto alla scrittura al computer porta i bambini a riconoscere e a memorizzare meglio le lettere, poiché a ogni lettera corrisponde un solo movimento, invece quando si scrive alla tastiera, si tratta semplicemente di localizzare e di attivare un punto della tastiera corrispondente a quella lettera.

Non vanno inoltre sottovalutati i rischi di un eccesso di uso di tecnologia digitale nei bambini, come afferma lo psicologo tedesco M. Spitzer: «I risultati dei primi studi su questo argomento indicano che un’accresciuta digitalizzazione della scrittura, che fa la sua comparsa già nell’infanzia, ha conseguenze negative sulla capacità di lettura di bambini e adulti.»[1] Conseguentemente, «una efficace lezione di lettura e scrittura, condotta sulla base dei principi neurobiologici di apprendimento, potrebbe addirittura contrastare la dislessia e la disgrafia, provocate da cambiamenti di regioni cerebrali responsabili dell’elaborazione linguistica e spesso a loro volta causa di gravi ripercussioni sullo sviluppo individuale.»[2]

L’apprendimento della scrittura a mano risulta quindi più positivo in fase evolutiva rispetto a quello di videoscrittura e pertanto dovrebbe essere accompagnato da una didattica efficace e specifica che potrebbe avere effetti di prevenzione e di contrasto nei confronti delle difficoltà di apprendimento.

[1] Spitzer M., Demenza digitale, Corbaccio, Garzanti, Milano, 2013, pp. 159. ( acquistabile da QUI )

[2] Ibidem, pp. 158.


Confronto tra scrittura a mano e videoscrittura

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