L’importanza degli apprendimenti precoci corretti
Il cervello impara continuamente. L’unica cosa che non può fare è…non imparare! La ricerca sulle funzioni cerebrali ci ha aiutato in questi ultimi anni a comprendere i meccanismi che regolano l’apprendimento, la memoria, la capacità di attenzione e di sviluppo.
I processi e i meccanismi che condizionano abilità cognitive come la capacità di attenzione, l’evoluzione del linguaggio, l’intelligenza sono numerosi e diversificati. L’utilizzo del cervello porta alla crescita delle aree cerebrali responsabili di una determinata funzione: chi impara a fare il giocoliere, registra un ampliameno delle aree dell’encefalo responsabili dell’elaborazione del movimento visivo, mentre chi studia il violino o la chitarra mostra un aumento della regione cerebrale che comanda le dita della mano sinistra. Possiamo pensare al cervello come a un muscolo: se viene utilizzato “cresce”, altrimenti si atrofizza.
Il cervello si modifica in maniera permanente attraverso l’uso. Percepire, pensare, sperimentare, sentire e agire sono tutte azioni capaci di lasciare tracce mnemoniche . Grazie alla moderna tecnologia imaging, oggi possiamo fotografare e filmare le sinapsi, vale a dire quei legamenti plastici tra i neuroni in cui scorrono i segnali elettrici su cui si basa il funzionamento del nostro cervello. Nel cervello, organo dinamico per eccellenza, le sinapsi vengono costruite, modificate, smantellate, eliminate e nuovamente ricostruite senza sosta. Grazie all’attività mentale, l’encefalo muta in continuazione. Gli impulsi elettrici trasmessi dalle sinapsi modificano le sinapsi stesse rendendole più efficienti (neuroplasticità). Sul lungo periodo si formano veri e propri percorsi che gli impulsi seguono. Si tratta di tracce strutturali che possiamo chiamare, con un termine a noi più familiare, apprendimento.
Chi ha imparato molto nel corso della vita, sperimentando e rielaborando intensamente le proprie esperienze, possiede numerose tracce nel cervello che gli permettono di orientarsi nel mondo e di agire in maniera efficace. Oggi si parla molto di apprendimento permanente e certamente la capacità intellettiva di ognuno di noi dipende da quanto tiene in allenamento la mente, da quanto la preserva dai danni dello stress che distrugge i neuroni; da quanto lo stile di vita è sano; ma spesso ci si dimentica che le basi di una soddisfacente capacità mentale affondano nella prevenzione, vale a dire in un’adeguata formazione ed istruzione durante l’infanzia e l’adolescenza.
Il cervello dei bambini, ancora in crescita, è particolarmente malleabile, veloce ed efficace nella sua capacità di apprendimento; i giovanissimi imparano molto in fretta ed è probabile che qualunque cosa apprendano, si radichi nella loro mente per tutta la vita; il cervello degli adulti, come è dimostrato da studi neurobiologici, è relativamente finito e poco modificabile. Per questo è importante che i primi insegnamenti offerti ad un bambino dalla famiglia, dalla scuola e dall’ambiente in cui vive, siano il più possibile corretti, accurati e generosi perché i primi anni di vita sono quelli in cui il suo cervello, e nello specifico l’ippocampo, svolge un ruolo chiave nella formazione e nell’immagazzinamento dei nuovi contenuti di memoria che andranno poi a dar corpo alla sua cosidetta riserva cognitiva. In età avanzata, tanto più abbondante sarà tale riserva, tanto più tardi si noterà la diminuzione della capacità di funzionamento cerebrale, strettamente connessa al livello di formazione raggiunto dal cervello prima dell’inizio del declino.
- Testo liberamente tratto da Demenza digitale, di Manfred Spitzer, Corbaccio Editore.